venerdì 19 aprile 2013

Mettere fine all'esclusione invisibile


 Il rapporto di Save the Children “Mettere fine all’esclusione invisibile” fa luce sul problema dell’istruzione a livello globale: sempre più bambini vanno a scuola, ma le disuguaglianze nell’apprendimento si trasformeranno in disparità di opportunità per il futuro. A due anni dalla scadenza degli obiettivi del Millennio, l’obiettivo è di aumentare l’accesso scolastico e la formazione di qualità per creare società più giuste, dove i diritti umani siano rispettati e la democrazia rafforzata.



martedì 9 aprile 2013

CAPITOLO 3


Eglantyne studentessa ad Oxford 1896

Dopo la morte del padre molte cose cambiarono, e i cambiamenti invasero la famiglia Jebb al punto da rendere le corse sui prati e la caccia alle farfalle solo un nostalgico ricordo. I bambini crebbero e lasciarono il sicuro nido di The Lyth, e anche Eglantyne seguì l'esempio dei fratelli.
Nel 1895 Eglantyne, contro il volere dei suoi genitori, lasciò la casa d'infanzia per completare i suoi studi ad Oxford. Le preoccupazioni dei genitori e dei parenti non erano strane all'epoca. Una donna istruita era una donna indipendente, il che l'avrebbe distratta dalla sua principale occupazione: la casa e la famiglia. Ma alla morte del padre, lo zio Bun prese le redini e riuscì a convincere la madre Tye a mandare i nipoti all'università.
Fu così che Eglantyne andò alla Lady Margaret Hall di Oxford. Ma, come ci possiamo immaginare, la situazione delle donne che frequentavano l'università era molto diversa da quella di oggi. Intanto dovevano essere scortate a lezione, poi non potevano partecipare ai circoli della domenica, non potevano incontrare un collega di sesso maschile e dovevano rientrare prima delle dieci per evitare una punizione. Come se non bastasse alle donne non era riconosciuta la laurea vera e propria ma veniva conferito loro un certificato.
Al suo arrivo alla LMH le venne dato un foglio con il regolamento, il primo pensiero di Eglantyne fu di andarsene immediatamente o di "Stare abbastanza da infrangere tutte le regole". 

Nonostante non condividesse il rigido regolamento rimase a studiare letteratura latina, filosofia, architettura, antropologia, psicologia.. ma soprattutto si concentrò sulla storia, la sua materia preferita. Oltre agli studi, Eglantyne prese parte a tutte le attività che la LMH offriva: corsi di danza, sport all'aria aperta e teatro.

Purtroppo all'inizio del 1896 il fratello più giovane, Gamul, si ammalò della stessa malattia del padre: la polmonite. Venendo a mancare poco dopo lasciò, ancora una volta, la famiglia Jebb nel dolore. La sorella più vicina a Gamul, Dorothy, soffrì particolarmente per la dipartita del fratello, ma per fortuna la solidarietà e la gentilezza degli altri fratelli riuscirono a farla stare meglio e con il passare del tempo ognuno di loro tornò ai propri impegni.

I mesi successivi videro una Eglantyne profondamente concentrata sui suoi studi, tanto che le compagne d'università notarono il cambiamento nel suo stato d'animo.
Successivamente si dedicò ai poveri, unendosi a diverse associazioni religiose e non, per poi avvicinarsi al misticismo. 
L'anno dopo, nel 1897, partì con il fratello Dick alla scoperta dell'India.


giovedì 4 aprile 2013

Testimonianza n°3

LA TESTIMONIANZA DELLA VOLONTARIA MARTINA

"Perché ho scelto Save the Children?
Perché trovo assolutamente ingiusto che milioni di persone vivano nel superfluo mentre nei paesi del terzo mondo si combatta ogni giorno contro la fame, l’ignoranza, la miseria, le malattie di massa.
Ho scelto Save the Children perché amo i bambini e grazie a questa associazione spero, nel mio piccolo, di poter  far qualcosa per loro, anche da lontano. Save the Children opera in 120 paesi per garantire a tutti i bambini salute, sviluppo economico e sicurezza alimentare e da più di 10 anni lavora in Italia per proteggere i minori.
Faccio volontariato perché sarebbe l ‘ora che cambiasse qualcosa, perché di fronte a questa realtà non si può restar fermi a guardare.
Inoltre, se non dedicassi un po’ di tempo alle altre persone del mondo, pensando solo a me stessa, la mia non si potrebbe chiamare vita.
Spero con queste mie poche righe di riuscire a far riflettere qualsiasi persona che per caso o per volontà venga a leggere questo blog.
Lo so che sono solo una piccola goccia in un oceano, però è altrettanto vero che un oceano è formato da tante piccole gocce…"